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Se non ora quando? il 13 febbraio a Bologna

14 febbraio, 2011

tratto da PDBologna.it

Domenica 13 febbraio le Democratiche e i Democratici di Bologna sono scesi in piazza per manifestare contro la rappresentazione triviale e sessista, a partire da quella data dal Presidente del Consiglio, di milioni di donne. Donini: “promuoviamo una cultura diversa perché i nostri figli domani possano riconoscersi in una società moderna e giusta”

Le dichiarazioni della vigilia:

Rossella Lama (coordinatrice delle Democratiche bolognesi): “Il Coordinamento donne del PD di Bologna aderisce alla mobilitazione nazionale ‘Se non ora quando?’, che si svolgerà domenica 13 febbraio, perché ne condivide l’impianto, i contenuti di denuncia e riaffermazione della dignità delle donne e la finalità di aprire un dialogo con tutte le forze, organizzate e non, che chiedono a gran voce le dimissioni di Berlusconi.
Le donne del PD di Bologna intendono contribuire al successo della manifestazione cittadina che si terrà domenica nel rispetto delle regole che il comitato organizzatore si è dato. Saremo presenti con iscritte, elettrici, simpatizzanti, elette, amministratrici e parlamentari di tutta la provincia dietro lo striscione ‘Vogliamo un paese per donne’ e invitiamo alla partecipazione tutta la cittadinanza”.

Raffaele Donini (segretario del PD di Bologna): “Esprimo forte sintonia con le ragioni che sono alla base della grande manifestazione ‘Se non ora, quando?’, l’iniziativa che in tutta Italia porterà in piazza la protesta a difesa della dignità delle donne. Il Partito Democratico di Bologna sarà presente, assieme a molte democratiche e a tanti cittadini, per difendere il valore e la dignità di milioni di donne che ogni giorno nel nostro Paese sono impegnate nella famiglia, nel lavoro, nella vita pubblica, per la costruzione di una società libera, democratica, civile. Sono grato a tutte coloro che hanno promosso questa iniziativa per far sentire la voce di chi non accetta di vedere ogni giorno una rappresentazione delle donne triviale e sessista.
Il Partito Democratico promuove una cultura diversa, per cui la parità fra i generi parte innanzitutto dal riconoscimento del valore delle differenze e dal rispetto reciproco. La cultura della mercificazione del corpo femminile, che il centrodestra con il suo leader ha diffuso nel nostro Paese, va denunciata e combattuta con determinazione, perché i nostri figli – femmine e maschi – domani possano scegliere liberamente il proprio futuro e riconoscersi in una società moderna e giusta. È per questo che invito non solo le donne ma anche gli uomini, simpatizzanti ed elettori del PD, ad essere presenti alla manifestazione di domenica”.

Le donne dei partiti della coalizione di centro sinistra (Federazione della Sinistra, IDV, PD, SEL e Verdi per la Costituente Ecologista): “Abbiamo aderito alla mobilitazione nazionale ‘Se non ora, quando?’ e deciso di essere in piazza domenica 13 febbraio anche a Bologna, insieme agli uomini.
La nostra presenza non sarà evidenziata dalle bandiere, ma ci saremo per esprimere l’impegno politico che da sempre ci contraddistingue nel campo del rispetto verso tutti i cittadini e nei confronti delle istituzioni.
La politica delle donne deve essere peculiare del loro carattere, lo specchio della loro azione, e perciò solidale, gentile, franca, generosa. Capace di tenere conto della diversità delle donne. In questo momento di grande fermento vogliamo parlare di cultura, di rispetto delle relazioni tra i sessi e contro la mercificazione del corpo, vogliamo parlare di welfare per le donne, di diritti nel mondo del lavoro, di istruzione, di politiche di inclusione e coesione sociale.
Vogliamo anche esprimere, oggi, il nostro dissenso ad un modello culturale, sempre più imperante nel nostro paese, che vede la figura femminile sempre più mercificata, figlio di una visione sessista ed involuta in cui noi donne non possiamo e non vogliamo riconoscerci.
Le donne dei partiti hanno il compito di analizzare le condizioni effettive delle donne di oggi e costruire una società che dia eguali strumenti ed eguali opportunità, ma che non sia indifferente alle prerogative femminili”.